BRESCIA, CURT DEI PULÌ’ – PIAZZA ROVETTA;

antichi quartieri residenziali da  recuperare. TEMATICA:

II progetto proposto si inserisce in uno dei casi di studio Europan 2: BRESCIA, CURT DEI PULÌ’ – PIAZZA ROVETTA; antichi quartieri residenziali da  recuperare. 

La  zona  riflettente tutti i problemi  delle  aree  di tradizionale  residenza popolare, artigiana e del piccolo commercio;  è edificata con 43.500 mc.  distribuiti tra i circa 150 aleggi e 3.200 mc. destinati a laboratori e negozi.  La popolazione residente è  ipotizzata in  circa 700 abitanti.  Gli standard urbanistici (l.r.  n.51 del 15-04-1975 5   stabiliscono  per  le aree, al  servizio  di   insediamenti residenziali,  almeno 26,5 mq./ab.  e, più specificatamente, ad aree per attrezzature  di  interesse  comune  (religiose,   culturali, sociali, assistenziali, sanitarie  ed  amministrative),  almeno 4,0  mq./ab.;  è quindi necessario  ed  ipotizzabile la creazione  di  un  nuovo  volume destinato ad attrezzature di servizio,  non previsto dall’attuale Piano Regolatore  Generale  e  perciò  specifica variante  a  tale  Piano. 

Il progetto nel suo insieme, determina la possibilità di realizzazione di circa 4,2 mq./ab. di superficie per  attrezzature  nuove,  prevedendo altresì il recupero ed il restauro della Curt dei Pulì e della sua Torre medioevale,  con  particolare  attenzione  al collegamento materiale  e percettivo tra questa e piazza Rovetta.

PROGRAMMA DI INTERVENTO:

L’operazione ricompone la lacerazione del tessuto urbano del  comparto di intervento.

Lo studio si è articolato in tré fasi:

l) analisi storico-culturale diretta  alla  conoscenza  del  luogo;

2) analisi  della componente  dinamica della zona (abitanti,  loro distribuzione,  densità ed  attività); 

3) analisi giuridico-economica.

Da quanto sopra si  è arrivati ad una strategia di recupero delle preesistenze che affida ogni modifica necessaria alla nuova destinazione d’uso, a dotazioni specifiche inserite negli ambienti in base alla  funzione  che  devono assolvere nel piano di riutilizzazione del complesso,  giungendo così al recupero, restauro e valorizzazione della torre medioevale, della casa e della  corte, destinati rispettivamente a casa-albergo ed uffici,  nonché al progetto di un nuovo volume, destinato ad attrezzature di servizio, e del suo intorno quale sintesi di varie esigenze del luogo messe in  luce dagli  studi storici-analitico-geometrici dell’ area.

La continuità con le  varie caratteristiche degli edifici esistenti e del loro intorno  è stata possibile con l’impiego di materiali appropriati, scelta scaturita sempre  dalla  analisi precedentemente  fatta.    È stato così  anche accentuato il percorso, materiale ed ideologico, nuovamente espresso dalla  pavimentazione, del collegamento con il tessuto urbano dello spazio interno della Curt dei Pulì e della sua Torre destinata a casa-albergo, nuovamente viva nella vita quotidiana .

SUPERFICI ED ELEMENTI DI PROGETTO:

Nuovo volume   “Edificio per attrezzature di servizio”

Tipologia:                                                                                                                                 -a corte   

 Dati metrici:                                                                                                 

-superficie coperta                           mq.  497,8                                                           -volume fuori terra                                mc     9.217,7                                                               -volumi tecnici                                      mc 170,0                                                                      -volume interrato                              mc. 1.960,0                                                           -volume totale                                      mc. 11.347,7

 Elementi (destinazioni d’ uso):

-piano interrato:                       museo, visita reperti archeologici, deposito, tecnol.;

-piano T:                                 ingresso, galleria per mostre, area espositiva coperta;

-piano I:                                  aula riunioni e manifestazioni culturali;

-piano II:                                 biblioteca con archivio e sala consultazione testi;

-piano III/IV:                           uffici per servizi di quartiere;

-terrazzo:                                 area panoramica attrezzata e locali tecnici;

Torre con Casa e corte: restauro ed adeguamento per destinazione a “Casa-albergo con centro informazioni”

Tipologia:                                                                                                                                -a corte;

Dati metrici:

-superficie coperta                               mq.    113 circa                                                -volume fuori terra                                     mc.  1.220 circa

 Elementi (destinazioni  d’ uso):

-piano T:                        nella Torre: reception; nella Casa: ufficio informazioni;                       -piano I:                   Torre:ristoro, camere anche per inabili; Casa:ufficio ed arch.        -piano II:                   Torre: mini appartamenti anche per lunghe permanenze;             -piano III:                    Torre: mini appartamento;                                                             -piano “baltresca”:        Torre; sala lettura e relax;

 Pavimentazioni “Piazza Rovetta e Curt dei Pulì”; Dati metrici:mq.5.750 tot

Tipi:                                                                                                                                           -nuova realizzazione: *area carrabile in pietra da taglio squadrata;                                       *area pedonale in ciottoli di fiume, porfido pietra da taglio;                                         -restauro:*area ped.nella”Curt”ciottoli di fiume e pietra da taglio.

SCELTE TECNICO COSTRUTTIVE:

Nella  progettazione  si sono scelti materiali ed elementi  conciliabili con  gli  esistenti  anche  per il mantenimento  ed  il  recupero  della categoria   tipologica   (con  particolare  attenzione  per   la   Torre medioevale,  la Casa e la corte).

Il nuovo volume è a schiera con corte interna  e  fontana al piano terreno. 

La sua struttura  portante è in cemento armato ed è rivestita in cortina di mattoni;  i solai in cemento armato sono finiti per il calpestio in pietra locale,  cotto o legno; le finestrature sono  a  fasce continue verticali con infissi  in  acciaio corten; il vano scala, ascensore , i montanti sottili e la parete curva, sono  in cemento armato bianco a faccia vista con finitura  grezza;  le nuove  pavimentazioni  esterne  sono in ciottoli di  fiume,  cubetti  di porfido  e lastre di pietra naturale scolpita. 

Per la Torre  medioevale con  Casa e corte si prevede la conservazione e/o consolidamento  delle strutture, il rispetto di ogni elemento architettonicamente rilevante, la conservazione  degli  elementi  decorativi,  1′eliminazione  delle superfetazioni  e trasformazioni estranee, l’analisi degli intonaci  ed eventuali distacchi, la conservazione e/o consolidamento delle strutture in legno ed in  metallo ove possibile.

FATTIBILITÀ’ ECONOMICA (anno 1991):

II  nuovo edificio è costituito da un volume di me.11.350.

Ipotizzando un costo di circa lire 200.000 (€ 100,00) per mc.  di volume costruito si determina un  costo complessivo di lire 2.300.000.000 (€ 1.150.000).

A questo va a sommarsi  il costo per il restauro della Torre medioevale con casa e corte  destinata a  casa-albergo che consta di un volume complessivo di me. 1.220 ed  un costo  totale  di intervento quindi di lire 600.000.000 (€ 300.000,00).

Per la  nuova pavimentazione (circa mq. 5.300) ed il restauro della vecchia (circa mq. 450)  per  un totale di circa mq.  5.750,  si può  ipotizzare  un  costo orientativo  di  lire 100.000  (€ 50,00) al mq. di realizzazione che determina  un costo globale di lire 580.000.000 (€ 240.000,00).

Da quanto sopra si può ipotizzare un costo orientativo totale delle opere, escludendo gli arredi, di  lire  3.480.000.000 (€ 1.740.000,00) .

FASI ATTUATIVE:

1) restauro della torre medioevale ed adeguamento secondo  la  nuova destinazione d’uso eliminando così la frattura ormai nata all’ interno della  corte. La casa-albergo (guest-house) collegata come funzione  al nuovo volume in concomitanza anche di eventuali ospiti nelle persone dei relatori conferenziali è il presupposto per un interessante  scambio socio-economico  con 1′ esterno eliminando così la tendenza alla attuale chiusura.

2) Restauro degli edifici individuati nella planimetria dell’ area di intervento.

3)  Restauro della pavimentazione all’interno della Curt dei  Pulì, oggi ancora esistente.

4)  Sondaggi  ed  analisi del sottosuolo dell’ area  per  una  giusta cognizione dell’ubicazione dei reperti antichi.

5)  Realizzazione del nuovo volume per attrezzature di servizio.

6)  Realizzazione degli eventuali percorsi sotterranei per la  visita dei reperti archeologici.

7)  Realizzazione  delle nuove pavimentazioni ed elementi  di  arredo urbano di progetto

VEDERE PARAGRAFO “ANNOTAZIONI”  per approfondimenti dopo ultima immagine ANNOTAZIONI:

Dalla sovrapposizione in pianta del perimetro dell’intervento al perimetro dell’ ipotesi di ubicazione dell’ anfiteatro romano, formulata dal Robecchi nel 1984, si può notare che nell’ area  a quota – 4,00  metri (forse) dal piano stradale potrebbe essere rinvenuto il tracciato delle fondamenta dell’ antica opera. Tale tracciato visibile quindi, in un futuro, nel sotterraneo del  nuovo edificio,  col supporto di oculati accorgimenti atti a sottolineare il valore anche archeologico dei ruderi,  sarebbe lo spunto  per un successivo sviluppo progettuale ed  esecutivo:  la creazione  di un percorso sotterraneo di visita al monumento  con ingresso dal nuovo volume costruito.

Questo percorso sotterraneo potrebbe interessare 1′area che fu oggetto delle demolizioni dell’ottocento e del novecento, 1′attuale Largo Formentone.

Nell’  intervenire  nei centri storici 1′obbiettivo primario per la loro tutela non dovrà essere perseguito solo per  esigenze culturali,  ma  anche per soddisfare un interesse collettivo a conservare, in funzione però di una migliore qualità della vita. Per conservare quindi la città storica,  bisognerà cercare di assicurare i rapporti sociali ed il benessere  della  comunità, avendo  però  come vincolo assoluto il rispetto dei  suoi  valori estetici e storici, prevalenti ed ormai irripetibili .

Affrontando  il  tema del recupero in Broscia del comparto  di piazza  Rovetta  e  “Curi  dei Pulì”,  si  è  sempre  cercato  di considerare  il  centro storico non come un’  isola  slegata  dai processi  di sviluppo  urbano  e  territoriale della  città.

Si è cercato di trovare uno strumento che avesse il suo primo fondamento  nell’ antica,  articolata e complessa  struttura  del centro  storico;  si è sempre cercato di mantenere quella  realtà che,  per  innumerevoli  motivi non soltanto economici,  non  può essere  rimossa arbitrariamente ma semplicemente essere messa  in grado  di soddisfare,  da una parte,  le esigenze della storia  e dall’ altro, le esigenze reali della contemporaneità.

Si è trattato dunque di progettare  un piano  improntato  sui caratteri  specifici della città che,  nel caso di Brescia,  così come  nella maggior parte dei centri storici,  sono la  struttura edilizia  e 1′ infrastruttura viaria strettamente legate tra loro con una fondamentale coincidenza fra la parete degli edifici e la strada;  si è cercato inoltre di mantenere 1′ edilizia medioevale che rappresenta la tipica casa mercantile, cioè luogo di lavoro e residenza.

Nel  nostro intervento due sono stati i temi primari individuati:

-1  )  la  categoria  tipologica;

-2  ) gli elementi di qualità architettonica da salvaguardare.

Il valore primario da difendere nell’intervento di recupero è stata  la  categoria tipologica, cioè il mantenimento  del  tipo edilizio  che nel nostro caso sono la casa a schiera e la casa  a corte.

Pertanto  si  è riproposto il tessuto lottizzativo tipo e gli elementi costitutivi del nucleo edilizio  originario  quale  i cortili con i propri prospetti interni, i portici e le fontane.

Osservando poi che non esisteva più alcun rapporto qualificante fra la struttura  fisica  da mantenere ed il tessuto sociale  si è pensato di dare una diversa  funzione  da  quella originaria  esclusivamente abitativa per  evitare   1′  eccessivo isolamento  dell’ area e per dare 1′ opportunità di entrare nella “Curt de Pulì”,  angolo così affascinate ed importante della vita cittadina.  Si è  voluto così rinserire la corte  nella  dinamica della città senza però compromettere la sua riservatezza e la sua tipicità.

Sono  stati  proprio i valori ritrovati nell’ area  che  hanno accentuato, definito  e guidato il suo restauro;  il problema  di fondo  è stato  precisamente quello di riconoscere e definire  le qualità   proprie  di  ogni  elemento  che  compone  quel   tutto consolidato  di fenomeni solidali che costituiscono  l’ambiente umanizzato.

E’  stato  importante  al fine della valutazione di  tutta  la area, non solo un giudizio estetico, ma anche un giudizio critico che  non  può  fare  a  meno,  per  completarsi,  di  considerare anche  le  componenti  pratiche e  funzionali  che  costituiscono proprio  le attività specifiche ed intenzionali dalle  quali   la area  trae  la  sua vita.

Ecco perché,  nel dare un giudizio sull’ edilizia di base  della area,  cioè  sul  continuum che forma il  tessuto  urbano,  hanno assunto grande importanza le motivazioni, di vario genere, da cui essa trae vita, le utilizzazioni che ne hanno caratterizzato le vicende e, principalmente, i loro valori   strutturali; atteggiamento  questo che ha voluto   sottolineare la  storicità, piuttosto che 1′ esteticità, come caratteristica prevalente della Città.

 Gli indirizzi operativi di fondo sono stati:

- proteggere 1′edilizia di base della città storica mantenendone i caratteri strutturali e rispettandone altresì le  testimonianze significative  del  suo  passaggio  attraverso  il tempo;

- operare discreti adeguamenti funzionali ed usare l’edilizia di base con rispetto, cioè nei modi e nella misura compatibili  al singolo  organismo edilizio.

Lo studio si è articolato in tre fasi principali:

- una  prima  impostata in termini storico-culturali  è  diretta alla  conoscenza  del  luogo  su  cui  si  è  operato (nelle  loro caratteristiche  e  pesi  urbanistico-edilizi odierne)  con  lo studio  delle  vicende  che  i  luoghi  stessi hanno  vissuto, la ricostruzione  delle fasi cronologiche che hanno  configurato  1′ambiente    nel     suo aspetto attuale,  1′individuazione  del succedersi    dei   periodi   costruttivi   e    delle    diverse trasformazioni  edilizie condotta sull’ esame dei documenti e  le analisi delle strutture componenti;

- una  seconda  fase  ha esaminato la componente  dinamica  della zona,  cioè  la  popolazione  che abita la zona stessa  e  che  a lei  da  volto,  nei  suoi profili e  fattori  caratteristici  di distribuzione e densità,  di tipo e composizione, di struttura ed attività;

- una  terza analisi dovrebbe essere di carattere  essenzialmente giuridico – economico.

Solo  1′esame critico dei suddetti campi di studio  ha  dato luogo a “giudizi”, che hanno permesso di individuare, delimitare e classificare i diversi elementi componenti da tutelare e mantenere ovvero da restaurare e valorizzare.

La  nuova  destinazione d’ uso a  casa-albergo  (guest-house), dovrà  essere  tale da non alterare 1′edificio ma di favorirne la conservazione.

Tutte le operazioni realizzate rispettano la realtà strutturale  e formale dell’ edificio senza cancellare le  tracce del suo passaggio nel tempo.

Gli  interventi   riguardanti  il  riassetto  dell’impianto distributivo della torre medioevale nella  “Curt de Pulì” sono stati  limitati esclusivamente alla valorizzazione dei percorsi originari; è stato  così possibile  ripristinare  un itinerario  percettivo  corrispondente  ai  principi  compositivi dell’architettura originaria.

L’allestimento è stato studiato in maniera tale da  lasciare completamente visibile 1′impianto originale degli ambienti, essi sono concettualmente e fisicamente scindibili  dall’involucro murario  che  li contiene.  Il progetto pertanto si basa su una proposta di flessibilità circa 1′ utilizzo e di reversibilità circa  1′intervento.

L’intervento si è basato su una strategia di recupero delle preesistenze che affida ogni modifica  necessaria  alla  nuova destinazione  d’  uso, a dotazioni specifiche inserite  negli ambienti  in base alla funzione che devono assolvere nel piano di riutilizzazione del complesso.

Per  quanto riguarda poi 1′operazione che tende a  sostituire quella parte di città che per 1′intervento degli anni trenta è andata distrutta, si è cercato di portare avanti un discorso che facesse rileggere  la struttura della parte di città in esame nella  sua  unità,  svolgendo i suggerimenti che si sono  desunti dalle testimonianze documentarie, dal tessuto fondiario e dalle conformazioni edilizie. Si tratta di elementi che hanno permesso di ricostruire i processi formativi dell’ organismo urbano e, attraverso questi, di determinare i modi, appropriati e coerenti, per ricostituirne 1′unità; quel!’unità che  secondo  Brandi, spetta all’”intero”.

Ne  consegue che la ricostituzione dell’unità dell’organismo urbano oltre a non esigere, come nell’opera d’ arte singola, identità formale con la situazione precedente, non presenta quei vincoli che, nell’ opera d’ arte, sono imposti dall’ immagine ne richiede rifacimenti uguali di forme e di dati spaziali.

E’  chiaro  quindi che i modi ed i mezzi  per ricostruire l’unità della struttura edilizia ormai perduta possono essere molteplici: dai più neutri ai più impegnativi e compromettenti.

Ma  in entrambi le strade è essenziale operare per far rileggere la continuità della trama urbana evitando però qualsiasi tentativo di ripristino.

Fra le varie tendenze però ci è sembrato che il metodo più idoneo fosse quello di arrivare alla ricomposizione del  tessuto attraverso un piano che si riferisse soprattutto all’edilizia di base, cioè all’edilizia più semplice ed usuale del luogo. Questa operazione ha comportato, ove necessario, secondo il passo della cellula edilizia derivata dall’adozione del tipo  proprio  del luogo,  individuato  attraverso  la documentazione, studiato in tutte le sue mutazioni, indagato nei suoi processi  aggregativi considerato  particolarmente  nel  momento del suo processo di sviluppo in cui esso  presenta le maggiori  affinità  con  le esigenze abitative attuali,  la riproposizione dei suoi caratteri essenziali  e  distintivi. In questo modo non si è  voluto però proporre un intervento mimetico del “com’era e dov’era”, ma si è voluto per “tipo” intendere una “articolazione spaziale” che ammettesse  infinite varianti formali senza incidere sulla qualità  delle  forme stesse. Ciò vuoi dire che riferirsi  al “tipo”, necessario quando le premesse siano nell’ esperienza del passato, non può e non deve significare una accademica ripresa delle forme, le quali al contrario devono appartenere al nostro tempo. Si è cercato di realizzare cioè un rapporto di solidarietà fra tradizione ed innovazione,  rendendo compatibile ciò che si deve fare con quanto è stato fatto in passato  ed  è giunto fino a noi.

Di  conseguenza il nuovo volume progettato è la  sintesi  di varie  esigenze  del  luogo messe in luce  dagli studi storico-analico-geometrici dell’ area.

I  punti   essenziali del progetto possono essere così sintetizzati:

-rendere attualmente fruibile la frattura creatasi con  le precedenti demolizioni del tessuto urbano;

-creare  un  volume  per attrezzature di  servizio  per  1′area interessata dal piano di recupero;

-realizzare una continuità tipologica con gli edifici esistenti;

-impiegare materiali ed elementi conciliabili con quelli esistenti;

-accentuare il percorso materiale ed ideologico con  lo spazio interno della “Curt de Pulì”che funge da collegamento formale e funzionale;

-rendere quindi la corte del vecchio edificio non più un’ area  a se stante ma integrata con le nuove funzioni urbane.

L’ analisi delle antiche mappe cittadine ha messo alla luce la situazione del tessuto dell’area prima  delle demolizioni avvenute; si è constatato infatti, operando la sovrapposizione delle  antiche mappe alle nuove, che un gruppo molto significativo di edifici collegati con il Palazzo della Loggia, ed, un altro gruppo di edifici a schiera attiguo a quelli che oggi si concludono in Largo Formentone con una  facciata  cieca, furono demoliti compromettendo quella continuità di tessuto che esisteva nell’area tra le vie, le corti interne, piazza dell’Arco Vecchio, oggi piazza Rovetta (o largo  Formentone) e piazza della Loggia.

Questa situazione ha anche creato la ormai insanabile frattura fra  il  costruito ed il palazzo stesso  che vive ormai una situazione di monumentalità centrale ed isolata per la quale non era stato concepito.

Lo studio dell’ orientamento dell’area con 1′ausilio di  una serie di reticoli geometrici ha messo in  evidenza la stretta connessione che si può avere tra già edificato e nuovo potendo seguire con questi mezzi 1′ordinamento generatore (taxis)  dell’ambito.  Si  può anche notare come 1′originario ed  attiguo impianto romano della città abbia guidato lo sviluppo di episodi quotidiani ed individuali con i quali ci si è integrati.

L’individuazione della tipologia a schiera dell’area ha generato il perimetro del nuovo volume come quasi una sorta di contenitore delle valenze storico geometriche che hanno guidato la  composizione che le ha integrate.

Caratteristica e spunto compositivo:

Una  delle caratteristiche tipologiche di questi edifici  era  la presenza di  una  corte, quasi sempre  con un unico accesso, nella quale spesso trovava luogo un piccolo corso d’acqua per usi probabilmente domestici; valenze che oggi sono state dalla composizione messe in evidenza con la creazione all’interno del volume di una corte con fontana avente però la caratteristica di essere raggiungibile non da  un solo ingresso principale, ma da più entrate sui tre lati liberi.

Si è voluto creare un sistema tale che proponesse la continuità, oggi  possibile, tra interno ed  esterno dello edificio, sottolineando così l’antica valenza delle corti come spazio urbano attivo nell’essere luogo di scambio socio-economico e contemporaneamente controllato, un tempo da una o più famiglie, oggi dalla popolazione intera che vive tali ambiti per  appagare necessità individuali.

Descrizione dell’ edificio:

Tipologia:  l’edificio è a corte avente al piano terra un volume chiuso da vetrate e murature portanti nell’area ove il manufatto si affianca alle antiche murature esistenti; nell’area a livello terreno trova luogo nella corte una fontana realizzata con  il fondale rivestito in pietra, porfido e ciottoli di fiume come il resto delle nuove pavimentazioni delle aree pedonali del progetto; la scelta di tali materiali è stata suggerita dalla analisi di quelle ivi già esistenti. La fontana in alcuni suoi lati non ha delle sponde ma dei piani inclinati che permettono all’acqua di essere in un luogo continuo con quello percorribile pedonalmente.

Al primo piano, raggiungibile con le rampe delle scale o con lo ascensore è stata realizzata una sala per conferenze con  circa 100 posti a sedere ed un attiguo luogo di ristoro; si accede a tutti e due gli ambienti, forniti di servizi igienici, tramite un’area che ha la funzione di attesa-filtro.

Al secondo piano abbiamo una biblioteca con  sala di consultazione dei testi; nel piano trovano  luogo anche la direzione di tale biblioteca, i servizi igienici divisi sempre in tre blocchi e 1′area guardaroba-ingresso con custodia.

Al terzo piano trovano luogo due ambienti ad uso ufficio con area aperta al pubblico e zona con funzioni principalmente interne alla attività che potrà insediarvisi; nel piano sono istallati, sempre in tre gruppi i servizi ed una area di attesa.  L’ufficio potrà essere sede di azienda privata o di servizio  sociale a seconda delle decisioni dell’ Amministrazione Comunale.

Il  quarto piano ha le stesse caratteristiche di quello precedente.

La copertura è un terrazzo praticabile che può essere attrezzato anche per una sua fruizione pubblica stabile (spunto preso dalle altane, anche se coperte,  presenti in molti edifici storici dell’area).

Sotto il livello stradale è stato realizzato un altro piano con perimetro simile a quelli del soprasuolo;  in tale  ambito, potrà  essere  realizzata  o una zona di deposito  con  area  per mostre temporanee  di  vario genere in  continuo con il  piano terreno, o se verranno alla luce dei reperti antichi, come probabile, un’ area museale con mostra permanente delle ritrovate rovine nel loro sito di recupero.

Materiali:

Il manufatto è realizzato con la struttura in pareti di cemento armato rivestite internamente ed in prospetto con cortina di mattoni; i solai saranno anche loro in cemento armato finiti con materiali naturali per il calpestio (pietra  locale, cotto, legno) a seconda delle necessità ed a  intonaco nel loro intradosso.

Le finestrature, realizzate a fasce continue verticali con parapetto in pietra naturale, sono realizzate con infissi in acciaio corten che mutando la sua colorazione a seconda della ossidazione si amalgama bene, senza bisogno di manutenzione, con i nuovi ed antichi materiali; i vetri sono in moduli continui con le proporzioni del costruito.

I  sevizi igienici, presenti in ogni piano, compreso quello terreno, sono progettati con misure standard e possono quindi essere eseguiti con tecnologie attuali, prevedendo dei vani d’ispezione per la loro facile manutenzione.

Il vano scale ed ascensore sono attigui tra loro e realizzati in cemento a faccia vista per sottolineare la scelta tecnologica adottata, creando quindi un continuo con la parete curva attigua ed altri  elementi  sottili in cemento a faccia  vista  presenti nell’ edificio; il cemento è quello bianco finito in modo grezzo, spunto preso da alcuni elementi in pietra visibili nell’area di intervento. La parete  curva ha nella sua base il vano ove trova luogo la fontana già citata.

Elementi di arredo e finitura (porte, cornici, ecc.) sono in rame, elemento anche questo caratteristico dei manufatti locali più o meno recenti; va ricordato che la lavorazione dei metalli nell’area di Broscia era ed è una delle attività caratteristiche e trainante.

Esterno:

La pavimentazione eseguita prende origine sempre nel suo disegno dalle precedenti analisi in modo più o meno esplicito.

La si può suddividere in due aree principali: quella pedonale e quella carrabile.

Quella  carrabile è stata eseguita in lastre di pietra da taglio orientale nella loro posa secondo le direzioni espositive analizzate, integrando il nuovo con pavimentazioni già esistenti di importanza  rilevante; questa pavimentazione nel lato di palazzo della  Loggia non ha uno stacco generato da   un marciapiede come nei casi analoghi, onde sottolineare la seconda componente del disegno del lastrico: il perimetro degli edifici demoliti nel 1930.

È stato per questo sovrapposto nel tessere il disegno di tale pavimentazione lo studio dell’orientamento fatto con elementi geometrici a quello storico che ha portato alla determinazione dei perimetri dei vecchi edifici non più esistenti.

La scelta del materiale è stata determinata dallo studio di quelli già esistenti adoperati per lo stesso fine.

Quella pedonale è stata invece eseguita in materiali simili a quelli esistenti nelle corti degli edifici e nei loro ambiti attigui.

I materiali sono quindi i ciottoli di fiume, i cubetti di porfido, le lastre di pietra naturale scolpita;  il disegno è quello che nasce sempre dalle analisi precedenti con l’intenzione di sottolineare il  continuum con le corti, in particolare quella dei “Pulì”, e, lo stacco dalla zona carrabile.

Il nuovo utilizzo della torre medioevale elimina la frattura che era ormai nata all’interno anche della corte, che non viveva più una vita di scambio con il quotidiano della città. La casa albergo collegata come funzione al nuovo volume   in concomitanza anche  di   eventuali   ospiti  nelle   persone   dei  relatori conferenziali è il presupposto per un interessante scambio socio economico con 1′esterno eliminando così la tendenzialità  alla attuale chiusura.

Questa  nuova  potenzialità ed il suo tramite  è  sottolineato appunto  dalla  pavimentazione che con il suo disegno ed  i  suoi materiali  porta nell’ ambito cittadino le componenti  interne  e viceversa;   o   meglio  i  materiali  portano  ali’  esterno  le componenti della corte,  il disegno entra nella corte e porta nel suo interno le componenti del nuovo e vecchio esterno fino a dove 1′  interno  (la  pavimentazione) non assume la forza della sua irripetibilità.

È previsto infatti, all’interno della corte, ove necessario, il restauro della pavimentazione originale  oggi ancora esistente.

Data l’impossibilità di poter accedere alla torre medioevale nella “Curi de Pulì” per la presenza di un  cantiere  che  sta realizzando i primi interventi necessari per bloccare il totale degrado statico e strutturale della torre, in questa fase si sono solo  individuati i punti di intervento fondamentali che  saranno poi accertati e valutati in fase di eventuale realizzazione.

Come si è già detto per la torre medioevale si è prevista  una destinazione a casa-albergo, che possa ospitare, per un periodo relativamente breve, tutti quei personaggi che saranno chiamati di volta in volta, ad operare nel nuovo edificio realizzato in piazza Rovetta, quali conferenzieri, professori, uomini politici ecc. ed anche per soddisfare qualsiasi altra necessità ed evenienza quali situazioni di emergenza.

La casa-albergo è dotata infatti di vari tagli di appartamenti: piccoli appartamenti per una o due persone ed anche per una  intera famiglia qualora se ne avesse la necessità. La torre ha inoltre una stanza appartamento per diversamente abili ed una  sala lettura.

L’edificio a due piani prospiciente la torre è invece stato destinato ad ufficio informazioni di supporto sia per gli  ospiti della casa albergo che degli altri edifici del comparto, quindi è prevista la presenza di dattilografe, servizio postale e fax e di un ufficio turistico.

Inoltre la piccola corte interna è stata liberata dalla brutta copertura metallica che ne  comprometteva  la  sua  reale ed opportuna utilizzazione come spazio aperto di incontro e ritrovo.

Per quanto riguarda gli interventi si prevede:

- la conservazione e/o consolidamento delle orditure strutturali verticali ed orizzontali;

- il rispetto di ogni elemento architettonicamente rilevante quali facciate interne ed esterne,  androni, cortili, scale, pavimentazioni, ecc.

- la conservazione di elementi architettonici e decorativi quali fontane, scenari. Nel caso di sostituzioni o reintegrazioni di elementi lapidei o murari, questi dovranno essere sempre distinguibili dagli elementi originari, differenziandone i materiali;

- 1′eliminazione delle superfetazioni e trasformazioni estranee ai caratteri architettonici dell’edificio;

- 1′analisi del grado di adesione degli intonaci al supporto murario e gli eventuali distacchi;

- la  conservazione e/o consolidamento, ove  possibile, delle strutture in legno, quali solai, scale ed infissi;

- la conservazione e/o sostituzione degli elementi metallici quali ringhiere, piccoli balconi ecc..

 FASI DI REALIZZAZIONE :

1- restauro della torre medioevale con il suo adeguamento;

2- restauro degli edifici individuati nella  planimetria dell’area di intervento;

3- restauro pavimentazione all’interno della Court de Pulì;

4- sondaggi ed analisi del sottosuolo dell’ area per una  giusta cognizione dell’ ubicazione dei reperti antichi;

5- realizzazione nuovo volume;

6- realizzazione degli  eventuali  percorsi sotterranei  per  la visita dei reperti archeologici;

7- realizzazione delle nuove pavimentazioni ed elementi di arredo urbano come da planimetria di progetto.