Chiesa della Resurrezione: una “chiesetta in legno” semplice, costruibile rapidamente in Legno Lamellare e X-LAM, in armonia tra la consona Liturgia Eucaristica e gli attuali Decreti Legge Cura Italia e Rilancio (DD.L. n.18 del 17 marzo, e n. 34 del 19 maggio 2020). Ha una superficie d’impianto pari a metri quadrati duecentotrentacinque circa (mq 235,30) ed è prevista per accogliere un’assemblea di trentasei (36) fedeli con prudenti intervalli delle sedute accogliendo le attuali regole dello Stato Italiano nei momenti di pericolo per la salute. Nella serena quotidianità può ospitare comodamente ulteriori ventiquattro (24) fedeli, accogliendo così la presenza conteporanea di sessanta (60) fedeli partecipanti alla Santa Messa.  Domenica 31 maggio 2020
T00 Entrando in chiesa lo spazio di tipo basilicale ad aula unica orienta lo sguardo dei fedeli verso l’altare e il tabernacolo alla presenza della immagine centrale di Cristo Risorto che li accoglie con un abbraccio nel luogo ove ognuno riceve il “posto conveniente alla sua dignità per attuare la propria vocazione” tra i Santi (anche iconograficamente presenti) tra e nelle superfici verticali e orizzontali che definiscono lo spazio sacro.T01 La struttura lignea concepita con un ordine proporzionale compositivo ritmato secondo i canoni originari delle costruzioni, si manifesta esternamente come è percepibile all’interno, ovvero, con una successione ordinata di elementi dell’elevato, e archi con volte che ne completano compiendo (concludendo) lo spazio interno che diviene volume esterno. La forma del sagrato che nasce “radioso” (a raggiera) dalla presenza iconografica di Cristo Risorto, che raccorda l’ambiente quotidiano all’ingresso in chiesa verso la porta centrale, evidenzia la presenza della nostra Origine (il Padre per mezzo del Figlio con la presenza dello Spirito Santo) in ogni giorno della vita in qualsiasi condizione a cui possiamo sempre rivolgerci.   V3 Percorrendo le strade dell’ambiente ove è per questo studio ipotizzata la sede della costruzione è evidente la successione ritmica degli elementi costruttivi che può cogliere lo sguardo a volte distratto del viandante invitandolo a entrare nell’edifico sacro accompagnato dall’abbraccio di Cristo Risorto, reso compositivamente dalla successione a raggiera dei lievi gradini e rampe del sagrato da percorrere per entrare attraverso la “Porta” centrale in chiesa.   T02 Immaginando di poter osservare dall’alto l’impianto della costruzione parzialmente privo delle volte strutturali e di copertura, ove sono però presenti in alto a sinistra nell’immagine gli elementi fondamentali della costruzione di tipo “ordinato“, ovvero “elementi definiti compositivamente e costruttivamente“, si può percepire la modalità costruttiva basata sul montaggio di elementi precostituiti in numero finito, connessi tra loro secondo le regole previste, di cui la pavimentazione ne evidenzia la geometria. La geometria compositiva determina anche la distribuzione degli spazi interni, le proporzioni e le posizioni degli elementi della liturgia (altare, ambone, tabernacolo, sede del celebrante candele, cero pasquale ….) e la posizione scandita dei fedeli nella partecipazione alla liturgia eucaristica, in spazi ritmati che seguono anche prudentemente le regole della loro ponderata vicinanza quando necessario per custodire prudentemente la vita in caso di grave pericolo di contagio, come accade in caso  pandemia.    V6 Da questa posizione è evidente la contenuta dimensione dell’edificio sacro, che si rammenta ha una superficie d’impianto pari a metri quadrati duecentotrentacinque circa (mq 235,30). Le limitrofe costruzioni di tipologia abitativa concepite per famiglie composte da quattro o cinque membri, con consistenza di metri quadrati centoventi o centocinquanta circa, di tipologia unifamiliare o bifamiliare, tipiche della zona ove è simulata l’edificazione, permettono un immediato raffronto delle proporzioni planimetriche e volumetriche. La “chiesetta in legno” può considerarsi una discendente della “domus ecclesiae“, la chiesa domestica luogo della santa liturgia eucaristica nata alle origini del cristianesimo, con impianto basilicale, il primo che ospitò il rito eucaristico, ovvero la Liturgia che nella grecità più tarda λειτουργία (nel Nuovo Testamento anche λιτουργία) significò qualunque ufficio pubblico. Si rammenta che nel cristianesimo delle origini (antico) liturgia e comunità sono due idee connesse strettamente tra loro, poiché la liturgia può avere luogo solamente in una comunità e a vantaggio d’una comunità. La formazione concreta della liturgia è caratterizzata e determinata da due motivi: dalla necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per poterle tramandare; e dal desiderio di rappresentare il contenuto religioso in maniera visibile e drammatica. Come in ogni liturgia, si trovano sempre due elementi collegati tra loro: la parola e l’azione. T03 La soprastante e le immagini che seguono sono la successione del percorso che il fedele entrando in chiesa effettua con lo sguardo sino alla zona d’altare, nell’abside e presbiterio. Questo percorso sino alla zona d’altare è effettuato dal fedele durante il rito eucaristico nel ricevere il Corpo di Cristo [specie eucaristica (ostia)] nella consuetudine liturgica. Nella necessità del pericolo, come accade in caso di pandemia, il fedele riceve il Corpo di Cristo rimanendo nel suo ambito, nella seduta con inginocchiatoio, e il Celebrante tramite i previsti percorsi tra le sedute, paralleli al centrale che conduce all’altare, distribuisce la specie eucaristica (ostia, s. f. [dal lat. hostia “vittima”]) a ciascuno dei fedeli.T04 Accompagnano ogni fedele nel rettilineo percorso dalla “Porta” o dal luogo trovato per partecipare alla Santa Eucarestia le immagini iconografiche dei dodici apostoli, poste alla destra e alla sinistra di questa “via” sino in prossimità dell’abside ove alla destra e alla sinistra nelle murature che definiscono insieme all’arco e all’elevato lo spazio sacro con al centro l’altare sono poste le immagini dei quattro evangelisti in successione da sinistra a destra seguendo la cronologia “tetramorfica” del simbolismo evangelico dei Padri della Chiesa consueto per la rappresentazione della vita di Cristo: la nascita (San Matteo simbolicamente a sua vota rappresentato dall’uomo), il sacrificio (San Luca simbolicamente rappresentato dal toro), la resurrezione (San Marco simbolicamente rappresentato dal leone) e l’ascensione (San Giovanni simbolicamente rappresentato dal Leone).T05 al centro dell’abside e del presbiterio è posta la immagine di Cristo che accoglie Risorto e irraggiante Luce a cui nello spazio che esistente tra la sua figura e l’altare è interposto il tabernacolo, sempre ben visibile e presente a ciascun fedele mentre si avvicina all’altare.Le figure iconografiche degli Apostoli, degli Evangelisti e di Cristo Risorto sono ben visibili anche dalla posizione seduta di ogni fedele partecipante al Rito Eucaristico. La posizione di ogni seduta con inginocchiatoio è disposta per essere facilmente raggiunta dal Celebrante anche nei momenti in cui è possibile comunicarsi solo nell’ ambito della seduta senza effettuare movimenti o spostamenti all’interno della chiesa. T06 Qui il fedele riceve ordinariamente il Corpo di Cristo; lo spazio sacro ove è l’altare (santuario) si incontra con la “nave” (navata centrale) dell’edificio di culto luogo in cui i fedeli partecipanti al rito eucaristico sono custoditi dalle mura ordinate della chiesa predisposte catecheticamente con le immagini dei Santi Apostoli. Il piano del santuario è raccordato tramite tre gradini, che lo elevano di centimetri 33,333, dal piano della nave.T07 L’altare posto in posizione baricentrica nell’area del santuario è predisposto per la  eucaristica celebrata sia secondo il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXII che secondo il Messale Romano promulgato da Paolo VI, i due usi dell’unico Rito Romano. L’impianto architettonico originato nella costruzione dalla composizione ordinata, ovvero con elemento compositivo e costruttivo ripetibile variabilmente con ritmo, è predisposto per accogliere, con lievi adattamenti anche la celebrazione della “Divino Liturgia” ovvero la Liturgia delle Chiese Orientali Cattoliche in cui una espressone è il “Rito Greco Bizantino” (Rito Latino). I quattro elementi dell’ordine architettonico che definiscono l’area del santuario richiamano l’iconostasi (Templon) che la congiunge con le immagini sacre e la centrale “Porta Reale” percorribile solo dal celebrante, alla navata centrale ove sono gli stalli dei fedeli “stassidia“, le loro singole sedute, assimilabili alle sedute già previste in tal maniera nell’impianto.      T08 in questa posizione è ben visibile quanto espresso per la precedente T07 ove si possono vedere l’ambone, il leggio, le sedute dei chierichetti, un inginocchiatoio della prima seduta dei fedeli, la superficie del pavimento composta in quadrati unitari geometricamente definiti per distribuire le immagini che rimandano ai santi che risorgono, i tre gradini che uniscono il santuario alla nave la successione con ritmo variabile dell’ordine architettonico interposto tra nave e santuario e in armonia con l’ordinamento o taxis dell’intero impianto.  T09 alcuni gradini uniscono il piano del santuario e dell’abside con lo spazio dedicato alla sacrestia ove in questa immagine è possibile vedere dal suo interno la porta con ordine architettonico concluso dal sovrastante arco e l’interposta trabeazione. Tutti gli elementi visibili sono concepiti in legno lavorato con le consuete attrezzature da taglio a controllo numerico; l’ordine è dotato di base sempre lignea con un montaggio in opera reversibile, essendo collegata alla platea di fondazione con staffature metalliche connesse alla platea stessa alle quali la base stessa e l’ordine sono fissati e si connettono saldamente con un sistema di dadi e bulloni passanti.T10  In questa immagine è rappresentato il piano orizzontale della chiesa privo degli elementi lignei formanti l’elevato. Gli unici presenti sono individuabili a sinistra della prospettiva di rappresentazione e consistono nella base dell’ordine, nell’ordine completo di trabeazione, negli archi delle tipologie fondamentali dell’impianto e delle volte sempre di tipologia fondamentale, elementi la cui semplice ripetizione costruttiva permette la realizzazione della piccola intera chiesa che è concepita partendo da questi elementi componibili e non variabili di essenziale fattura e semplice montaggio. Per il loro riferimento planimetrico vedere l’immagine T02. Le figure iconografiche presenti nel disegno sono le fondamentali, previste per il completamento del programma figurativo ed educativo immaginato disposto nelle principali pareti interne e le perimetrali. Tale rappresentazione nel presente disegno permette di percepire anche la dimensione dello spazio da realizzare con gli elementi costruttivi qui visibili oltre l’ambone, l’altare, il tabernacolo e la rappresentazione di Cristo Risorto, al centro, presente dopo il tabernacolo al centro del’abside. Sopra l’area del santuario è visibile il catino absidale rappresentato sospeso. Riassumendo gli elementi qui rappresentati: base, ordine, trabeazione, archi, volte e catino absidale, sono l’origine della serie con cui si può comporre l’intero impianto in modalità reversibile.
TD01 Ordine prima (I) tipologia fondamentale dell’impianto composto  in ripetizione ritmica nell’impianto compositivo e costruttivo. (vedere T02 e T10)
TD02 Trabeazione seconda (II) tipologia fondamentale dell’impianto composto  in ripetizione ritmica nell’impianto compositivo e costruttivo. (vedere T02 e T10)
TD03 archi terza (III) tipologia fondamentale dell’impianto composto  in ripetizione ritmica nell’impianto compositivo e costruttivo. (vedere T02 e T10)
TD04 volte quarta (IV) tipologia fondamentale dell’impianto composto  in ripetizione ritmica nell’impianto compositivo e costruttivo. (vedere T02 e T10)T11 La nave (navata centrale) della chiesa e le laterali osservate dall’altare con sede nel santuario. Al centro si nota la “Porta” della chiesa inserita nell’ordine ritmato compositivo, completata dal sovrastante rosone, nella nave sono presenti gli elementi verticali completi dell’ordine, che, conclusi dagli archi e volte, generano lo spazio edificato. Sono ben visibili anche le sedute per i fedeli partecipanti distribuite con metodologia proporzionale che permette una loro ponderata vicinanza e l’esistenza dei percorsi per il passaggio del celebrante durante l’atto della comunione nel momento della liturgia eucaristica. Sono presenti nelle superfici delle murature lignee perimetrali le immagini dei Santi Apostoli e negli spazi ritmici dell’ordine compositivo vi sono le vetrate.    T12 Questa è l’immagine del medesimo spazio ed elementi da un punto di vista, non centrale ma decentrato, sempre nell’area dell’altare ovvero il santuario con alle spalle l’abside e presbiterio.T13 Sempre la nave della chiesa, il santuario con al centro l’altare, e a destra una porzione visibile del tabernacolo, in asse con l’altare. Gli elementi compositivi e costruttivi dell’elevato e della copertura voltata sono realizzati in legno lamellare e X-LAM.  T14 La chiesa osservata dall’abside con in primo piano nel santuario il tabernacolo e successivamente l’altare, la nave con le sedute dei fedeli e la “Porta” con il rosone a lei sovrastante. T15 immaginando di osservare l’interno della chiesa avvicinandosi gradualmente al rosone, che ne potrebbe permettere la vista, risalta la regolare distribuzione delle sedute dei partecipanti ai lati del percorso fondamentale e centrale che dalla “Porta” continua “rettilinearmente” sino al santuario ove sono l’altare, il tabernacolo, l’immagine di Cristo Risorto con ai lati la sede del celebrante e del concelebrante.T16 Un ulteriore sguardo più ravvicinato dall’alto dal rosone verso l’abside con posizione centrale all’asse compositivo dell’edificio. Il rosone si compone di sedici spazi e raggi per costruzione a raggiera dal centro, diciassettesimo spazio.T17 Prospettiva non centrale all’asse che permette una vista diretta che scorre dal percorso centrale sino all’abside. Sono visibili nel pavimento i riferimenti compositivi e proporzionali dell’impianto architettonico ove con successione ordinata, ritmica e cadenzata le strutture architettoniche, liturgiche e iconografiche si compongono nello spazio. In ogni elemento unitario della pavimentazione decorata sono previste immagini dei Santi della Chiesa disposte in posizione cronologica riguardo il loro tempo di presenza nella vita terrena. I primi Santi delle origini sono rappresentati più limitrofi al santuario e gradualmente , come lo scorrere del tempo, in successione sino ai contemporanei in prossimità della “Porta” centrale.T18 Allontanandosi immaginariamente in alto rispetto al piano di appoggio a terra e in posizione centrale con l’asse dell’edificio, si scorgono le superfici dell’estradosso delle volte a botte, formanti crociere, susseguirsi tra loro con il medesimo ritmo compositivo dello spazio interno. Sono raccordate da superfici concave che le raccordano tra loro, mentre sorreggono le tre croci e le tre campane negli spazi che si formano nella successione costruttiva.  V2 Il lato esposto a Sud della chiesa; negli spazi o intervalli del ritmo compositivo dell’ordine vi sono contenute da altro ritmo ordinato le cinque vetrate A contatto con il terreno vi sono nell’area di “sedime” la base e fondazione a platea dell’impianto costruttivo e a sinistra dell’immagine il bordo del sagrato costituito con lievi variazioni di quota, dai più bassi in prossimità del lato verso le vie urbane ai maggiori verso il rilievo in cui è la Porta principale la chiesa stessa.    T19 L’interno della chiesa o ve nella nave si distinguono gli elementi dell’ordine, le pareti perimetrali, le vetrate, i gradini del santuario, l’ambone, il leggio, l’altare e il tabernacolo. In evidenza sempre la regolarità compositiva suggerita dallo schema  compositivo costruttivo degli elementi che formano la pavimentazione.  T20 Il medesimo sguardo dall’alto ancora più in prossimità dell’ambito tra santuario e nave,  con forma di pseudo transetto. Sono chiaramente visibili a destra l’ambone, il cero pasquale, a sinistra il leggio, e dietro loro le sedute per i chierichetti. La parete ove è l’arco che contiene visivamente l’abside sono presenti le immagini dei quattro evangelisti che da sinistra verso destra si susseguono, Matteo, Luca, Marco e Giovanni, secondo la simbologia degli insegnamenti dei Padri della Chiesa, come si può consultare nel testo della immagine T04.V1 La piccola chiesa come appare percorrendo via Enrico Toti all’angolo di via Fratelli Bandiera, strade dell’impianto urbanistico il località Pianello Vallesina nel territorio del Comune di Castelbellino, Provincia di Ancona, disegnata quale simulazione di una possibile realizzazione, in una località con abitazioni unifamiliari o bifamiliari dedicate a famiglie composte da quattro cinque anime. A sinistra dell’immagine orientata a Ovest la “Porta della facciata principale, in primo piano le vetrate decorate orientate verso il Sud e a destra l’abside orientato a Est conformemente agli insegnamenti trasmessi sin dalle origini del Cristianesimo Chiesa, dai primi Padri della Chiesa.V4 Una immagine d’insieme del’area edificabile dall’alto con lo sguardo rivolto da Est verso Ovest immaginando di vedere la piccola chiesa e le abitazioni vicine edificate nelle aree previste, ove le zone il color marrone di varie cromie e sfumature evidenzia la porzione ove è possibile edificare seguendo le previste norme di costruzione. Le aree di diversa proprietà sono composte da una corte del fabbricato stesso, in cui la porzione realmente edificabile, ove nel disegno in tratteggio è più evidente , è circoscritta da una zona dedicata a verde privato che completa le residenze edificate “baricentricamente” agli appezzamenti predisponendo aree a prato o giardino con cui le varie residenze sono completate. La chiesa ove è in primo piano l’abside orientato a Est è ipotizzata costruita in un’area di consistenza simile alle limitrofe (circa mq 800). L’edificio sacro è anch’esso circoscritto da un’area in parte destinata a giardino che nel lembo adiacente alla Facciata principale è il sagrato che si raccorda al tessuto urbano con una raggiera avente cardine nell’immagine statuaria di Cristo Risorto. Il raccordo nasce nel rendere armonioso l’orientamento determinato a Est dell’abside dell’edificio con la geometria dei percorsi, stabilita urbanisticamente, che seguono altra metodologia.V5 Altra immagine sempre dall’alto con lo sguardo orientato a Sud guardando da Nord. In primo piano due abitazioni edificate in singole aree con la loro corte che ospita i giardini privati. L’edificio a sinistra del disegno è un’abitazione di tipologia bifamiliare a unico piano con superficie di circa mq 106,67 per ogni unità immobiliare. L’edifico  a destra è invece una abitazione unifamiliare, con superficie di mq 115,11 circa, sempre circoscritta dall’area curata a giardino. Dietro le alberature sorge la piccola chiesa nell’area di sua pertinenza con sagrato. Si può notare anche con una semplice constatazione proporzionale a vista che le dimensioni planimetriche della chiesa di superficie circa di mq 235,30, sono paragonabili per quantità e consistenza alle abitative.
Nota Metodologica:
domenica 24 maggio 2020
L’impianto e ordito compositivo e costruttivo della Chiesetta della Resurrezione nasce dalla impostazione originaria della Basilica romana poi Cristiana primo luogo della liturgia stabile e pubblica della celebrazione eucaristica.
Il ritmo compositivo e costruttivo dispone l’ordine proporzionale in una succedersi di quattro più uno ossia cinque intercolumni longitudinali e tre intercolumni trasversali variabili che trovano origine dalla proporzione armonica tra due unità di misura, il cubito attico e il metro millesimale che corrisponde a due cubiti e un suo quarto, ricordando che tale unità proporzionale ha il valore di un piede attico o romano e la sua metà.
La proporzione metrica ritma l’ordine longitudinalmente con un intercolumnio di dodici cubiti, pari a quattro (4) metri, corrispondente a dodici volte la misura della sezione orizzontale dell’ordine e trasversalmente con una successione con interasse dell’ordine di sei cubiti e tre quarti, pari a tre metri, per due volte, corrispondente a dieci volte l’ampiezza della sezione orizzontale dell’ordine, oltre l’intercolumnio centrale di  undici cubiti e un quarto, ossia cinque metri.
In tali proporzioni l’impianto dell’elevato scorre in una sede lineare che ha un’ampiezza pari alla base dell’ordine che è di tre quarti (3/4) di cubito ossia un terzo (1/3) di metro che è misurabile in centimetri trentatre virgola tre periodico (cm 33,333333333).
La superficie della base dell’ordine è stata coronata dal perimetro della base dell’ordine stesso che tramite il metodo proporzionale del segmento medio proporzionale è definito in un quadrato di lato con consistenza di centimetri quarantuno e venti, e oltre (cm 41,20226592) che si somma alla distanza dell’interasse dell’ordine e ampliando la superficie planimetrico perimetrale di centimetri venti e sessanta e oltre (cm 20,60113296).
La superficie di sedime dell’impianto costruttivo ordinato è quindi di undici metri trasversali a cui si sommano quarantuno centimetri e venti e oltre (cm 41,20226592), e anche due volte un ottavo di cubito pari centimetri cinque virgola cinque periodico (cm 5,555555555 x 2) quale massima distanza trasversale, e venti metri a cui si sommano sempre quarantuno e venti, e oltre (cm 41,20226592).
L’area di sedime base è quindi di undici metri per venti che sviluppa una superficie di metri quadrati duecento (m2 220,00) a cui si somma la bordatura proporzionale perimetrale dell’intercolumnio di ampiezza centimetri ventisei e quindici e oltre (cm 26,15668851) per i lati minori e quarantuno centimetri e venti e oltre (cm 41,20226592) per i lati maggiori.
Di conseguenza l’area di sedime è:
metri 11,5231337702 trasversali
e
metri 20, 4,20226592 longitudinali,
che
definiscono una superficie d’impianto o sedime pari a metri quadrati 235,305002637.
Il ritmo fondamentale dell’ordine pari a tre distanze di intercolumnio trasversale e quattro distanze di intercolumnio longitudinale ospita all’interno del ritmo che compone l’ordine longitudinalmente, ovvero la “campata” longitudinale, un successivo ritmo compositivo con intercolumnio di quattro cubiti e mezzo ossia due metri, che ospita i “vuoti murari” sedi delle vetrate che illuminano l’area liturgica e sacra.
La “Porta” che conduce all’area della nave della chiesa atta a ospitare l’assemblea dei fedeli e successivamente all’area sacra del presbitero ove è l’altare e dell’abside è formata e definita dalla posizione di due elementi dell’ordine con trabeazione e arco strutturale compositivo di completamento della struttura con intercolumnio pari a sei cubiti e tre quarti ovvero tre metri coronata e all’interno e in asse con del’intercolumnio maggiore centrale pari a undici cubiti e un quarto ovvero cinque metri.
Tale ultima proporzione di metri cinque si ottiene quale costruzione dell’ipotenusa del triangolo rettangolo con cateto maggiore dell’entità di quattro metri, ritmo del lato longitudinale composto dal ritmo dell’ordine e cateto minore di misura pari a tre metri ritmo compositivo dell’ordine che compone il lato trasversale della composizione stessa, composizione numerica aritmetica che è ben conosciuta quale “terna pitagorica”.
Le dimensioni, nate quale armonia tra proporzioni originarie odierne, formanti l’impianto orizzontale della composizione ovvero la “taxis” dell’edifico stesso sono legate tra loro geometricamente, aritmeticamente, nonché quale ordine compositivo a servizio della costruzione del luogo liturgico.
L’elevato è regolato nelle proporzioni dal medesimo metodo a cui è applicata sempre la logica della media proporzione, ovvero segmento medio proporzionale euclideo che con la sua stabile applicazione nella definizione delle proporzioni ne permette la “giusta proporzione” alla vita e percezione umana aiutando a edificare il luogo sacro con spazi che durante la liturgia eucaristica a guidano nel predisporre l’attenzione e partecipare a ciò che avviene che va oltre la semplice presenza dell’essere vivente con consapevolezze.
Le proporzioni delle varie superfici che compongono lo spazio liturgico son anche visibilmente scandite dagli elementi che le compongono, compreso il disegno compositivo della pavimentazione che è scandita con evidenza da geometrie distributive nate come già accennato dalla applicazione i continuità delle antiche proporzioni e dalle odierne in uso abitualmente definendo oltre che il progetto iconografico atto a rappresentare l’anticipo della resurrezione dell’umanità con Cristo la posizione per la partecipazione dei fedeli a rito eucaristico consona sia alla teologia liturgica che alle prudenti regole della conservazione della salute della vita umana anche in periodi di particolare difficoltà come accade nell’anno odierno, ove forzatamente, spinti dallo spirito di autoconservazione e dalle incalzati regole della società secolarizzata quasi imposte con prorompenza hanno modificato la spontanea partecipazione al miracolo eucaristico.
Le posizione per la partecipazione dei fedeli è definita nei suoi ambiti in modo armonioso con il ritmo compositivo e costruttivo dell’edificio in spazi intervallati a distanza baricentrica di due cubiti e un quarto ovvero un metro decimale, tramite quadrati concentrici e circonferenze ben delineati che compongono il mosaico della superficie del pavimento e ne regolano il ritmo delle sedute distribuite coronate dalle rappresentazioni iconografiche che rimandano ai Santi del Corpo vivente della Chiesa nel tempo del ritorno di Cristo e della Resurrezione a nuova vita dei viventi e dei morti.
Il pavimento nelle sue lievi elevazioni all’ingresso e nell’area sacra dell’altare, segue la proporzione di alzata con gradini aventi verticalmente la dimensione di un quarto di cubito ovvero centimetri undici virgola uno periodico, che compone con la ampiezza del gradino stesso la misura di un passo umano applicato alla consueta regola del [“2a” più “p”], in cui “a” è l’alzata verticale del gradino e “p” è la sua pedata orizzontale pari a un cubito attico e mezzo ovvero due piedi e mezzo attici o romani e quindi a sessantasei centimetri virgola sei periodico che circa corrispondono alla consueta misura odierna assunta per tale proporzione costruttiva antropomorfica, il passo umano, di sessanta, sessantacinque centimetri, quale è valutata oggi l’ampiezza di un passo.
Definizione:
lunedì 25 maggio 2020
All’origine del metodo compositivo e costruttivo è il proporzionamento dell’ordine tra la dimensione verticale e la sua orizzontale che ne armonizzano la forma e le caratteristiche di resistenza divenendo un tutt’uno.
L’elemento composto ma unico posizionato ritmicamente, ovvero con una distanza consona alla creazione dello Spazio, sempre con il metodo della proporzione genera l’edifico garantendo nella giusta proporzione la stabilità strutturale e l’equilibrio tra:
- la sua Figura, ovvero il rapporto tra gli elementi che compongono l’oggetto costruito;
- la sua Forma che è il rapporto tra oggetto costruito e contesto;
- lo Spazio ossia il rapporto tra oggetto costruito e soggetto (“essere vivente”).
Nota di intenti di giovedì 28 maggio 2020
Chiesette in legno in armonia con i Decreti Cura Italia e Rilancio (DD.L. n.18 del 17 marzo, e n. 34 del 19 maggio 2020)
Pensiero riguardo il “nichilismo” contemporaneo.
Si diviene nichilisti e adeguati passivamente alle consuetudini presenti nel mondo per istinto di sopravvivenza, quando la Fede e l’intelletto si appannano per la paura di perdere tutto ciò che si ha, scordandosi che si ha, oltre la “Vita”, ciò che Dio continuamente ci Dona.
Il desiderio innato di essere in compagnia, felice nella Comunità  ove si è, viene tradito, e nella solitudine “ansiosa”, che non è  “vita eremitica” contemplativa delle meraviglie del Creato, ci si avvia a percorrere la via della distruzione del Cuore e del corpo.
La possibilità di soluzione è avere il coraggio di aprirsi all’Altro, e prima via possibile per rendere concreta questa azione è la preghiera per l’Altro, per chi si è incontrato, si incontra e conosce quotidianamente.
La preghiera per l’Altro apre nuovamente il Cuore alla Vita nella Fede, è un piccolo atto di Carità, principio e origine di altri.  
Quando è necessario orientarsi, passivamente e per sopravvivenza, verso una vita nella Comunità regolata dalla “distanza sociale”, non tradendo le regole ma seguendole con creatività e nella Fede, l’imposta solitudine della “distanza” diviene condivisione nella preghiera partecipando serenamente alla Liturgia Eucaristica, miracolo continuo e presente, orientati insieme al Signore con tutto il nostro Cuore.